Cerca |
|
|
|
Progetto
Ovidio - database
|
|
|
|
autore
|
brano
|
|
Cicerone
|
Della divinazione, II, 72
|
|
originale
|
|
72 Hoc intellegere perfecti auguris est; illi autem qui in auspicium adhibetur, cum ita imperavit is, qui auspicatur: "Dicito, silentium esse videbitur", nec suspicit nec circumspicit; statim respondet silentium esse videri. Tum ille: "Dicito, si pascentur." "Pascuntur". Quae aves? Aut ubi? Attulit, inquit, in cavea pullos is, qui ex eo ipso nominatur pullarius. Haec sunt igitur aves internuntiae Iovis! Quae pascantur necne, quid refert? Nihil ad auspicia; sed quia, cum pascuntur, necesse est aliquid ex ore cadere et terram pavire (terripavium primo, post terripudium dictum est; hoc quidem iam tripudium dicitur) - cum igitur offa cecidit ex ore pulli, tum auspicanti tripudium solistimum nuntiatur.
|
|
traduzione
|
|
72 Rendersi conto di ci? ? c?mpito del perfetto ?ugure; ma quello a cui viene affidata al giorno d'oggi questa mansione, quando il magistrato che prende gli auspicii ordina: "Dimmi quando ti sembrer? che vi sia il 'silenzio'", non perde tempo n? a guardare in alto n? attorno; risponde s?bito che gli sembra che il "silenzio" ci sia. Allora l'altro: "Di' quando gli uccelli mangeranno". "Stanno mangiando." Ma quali uccelli? E dove? Ha portato, dicono, i polli rinchiusi in una gabbia colui che, per questo suo ufficio, viene chiamato pullario. Questi, dunque, sono gli uccelli messaggeri di Giove! Se essi mangino o no, che valore ha? Ci? non ha alcun rapporto con gli auspicii. Ma siccome, quando mangiano, ? inevitabile che qualche pezzetto di cibo caschi loro fuori dalla bocca e percuota la terra (ci? fu detto dapprima "terripavio", poi "terripudio"; ora ? chiamato "tripudio"), - quando dunque un pezzo di farina impastata cade dalla bocca del pollo, ecco che a colui che prende gli auspicii viene annunziato il "tripudio sol?stimo".
|
|
|
|
tutto
il materiale presente su questo sito è a libera disposizione di tutti,
ad uso didattico e personale, non profit/no copyright --- bukowski
|
|
|